Corso per imparare a litigare bene, con l’aiuto di Aristotele e Schopenhauer.

Laboratori condotti da Clelia Sedda e ideati con Alberto Bolognini.

Oggi come nel passato, le battaglie si giocano sui media a suon di parole. Con la nascita dei social la retorica è diventata una delle armi, se non la più importante, per con-vincere. Questi incontri hanno il fine di analizzare, riconoscere e non farsi sopraffare dagli errori dell’argomentare. Per aspiranti erroristi e amanti delle difficoltà, che non si arrendono alle banalità.

Gli errori nella storia della medicina

La storia del pensiero scientifico occidentale e il lungo cammino della ricerca medico-scientifica sono tracciati da grandi errori e grandi “eretici” che hanno riconosciuto e provato a correggere tali errori con osservazioni e teorie che si sono poi rivelate giuste. Sono coloro che un tempo sono stati giudicati folli, visionari, sobillatori o addirittura poveri di spirito e che poi hanno cambiato il mondo. Così era ieri e così è ancora oggi. Così è successo per ogni grande innovazione che ha trasformato la medicina e la vita sul nostro pianeta. Un tempo questi pensatori erano messi al rogo o nella migliore delle ipotesi scomunicati. In tempi più recenti radiati dalle accademie e isolati fino a perdere il posto, la carriera o la nomination per il Nobel. Troppo spesso le idee troppo audaci sono anche troppo sconvenienti perché obbligano a rivedere e a rivoluzionare non solo il proprio modo di pensare ma anche intere e consolidate linee produttive o, nel caso della medicina, strategie diagnostiche e terapeutiche. Sono storie che hanno insegnato e insegnano all’umanità intera che la verità assoluta non si addice alla scienza e neanche alla medicina e che perciò è importante dubitare, sbagliare e sapersi correggere.
“Chi non ha mai commesso un errore, non ha mai provato nulla di nuovo” (Albert Einstein).

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Manipolazioni e altri artifici

In che modo è possibile manipolare la mente umana in modo da farle credere che sia reale ciò che non lo è? Quali sono le tecniche oggi utilizzate dai media, dalla pubblicità e soprattutto dai dispensatori di informazioni? In quale modo si possono creare intere correnti di pensiero sulla base di un pregiudizio per pilotare i gusti e desideri della gente? In quale modo sono utilizzati i nostri dati per cui “se non paghi per il prodotto, sei il prodotto”? Cercheremo di capire in che modo la percezione e la cognizione umana sono costantemente vulnerabili.

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